Pagina dedicata al percorso più significativo dell’Isola d’Elba.
Gli escursionisti che intendono percorrere la GTE possono accedere ad una serie di informazioni utili per affrontare la traversata dell’isola d’Elba.
E’ possibile visualizzare tutti i way-points più significativi con indicazione dei relativi siti web: fermate del bus e relativi orari, fonti d’acqua, informazioni generiche, orari traghetti, ecc.
Ricordiamo che alla pagina www.caielba.it/strutture-amiche si trova una lista sempre aggiornata di strutture ricettive amiche dei soci CAI.
VISUALIZZA E SCARICA QUI LE TRACCE:
GTE nord (dalla biforcazione a Patresi)
GTE sud (dalla biforcazione a Pomonte)
Traccia della GTE modificata per MTB: Traccia PDF > Traccia GPX in file ZIP >
.DA SAPERE PRIMA DI AFFRONTARE LA GTE
Per percorrere la GTE avrete bisogno di una mappa. Consigliamo di scaricare sullo smartphone l’app gratuita Avenza Maps e di qui le mappe, sempre gratuite, del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, grazie alle quali si ha sempre la geolocalizzazione in tempo reale (anche in assenza di segnale). Per scaricarla clicca sulle immagini qua sotto.
(Non esistono guide dedicate specificamente alla GTE, se non un breve libretto allegato alla mappa dell’Escursionista Editore; è prevista ol’uscita di una guida nella primavera del 2024).
La GTE è adatta a camminatori abituali. Non vi sono tratti esposti, ma alcuni passaggi su pietraie, fra massi o su ghiaia, specie alle quote più alte dell’Elba occidentale, richiedono particolare attenzione. E’ percorribile anche con un cane, se è abituato a seguirvi nelle escursioni: Il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, in cui si trova la maggior parte del percorso, richiede tuttavia che i cani siano tenuti al guinzaglio per evitare di disturbare la fauna selvatica.
Non vi sono pericoli particolari, ma è opportuno evitare di avvicinarsi a capre selvatiche, mufloni e cinghiali, che potrebbero sentirsi minacciati. Le vipere sono rare, vale l’abituale consiglio di indossare pantaloni lunghi e porre attenzione a dove si mettono mani e piedi fra i sassi.
Il cammino può essere percorso indifferentemente nei due sensi. I periodi migliori per la traversata sono da metà settembre a maggio. L’estate piena è assolutamente da evitare: se proprio non potete scegliere altro periodo, partite all’alba e fate tappe brevi, magari frazionando il percorso in cinque giorni. Nei mesi da novembre a febbraio il clima è relativamente favorevole, bisogna comunque fare particolare attenzione alle condizioni meteorologiche e tenere sotto controllo le previsioni. Le giornate sono corte, in quota c’è spesso vento forte, sul massiccio del Capanne si può trovare ghiaccio residuo dalla notte o addirittura neve, e il granito bagnato è scivoloso. Non è opportuno mettersi in cammino, soprattutto a ovest del Monte Perone, se è prevista pioggia.
La GTE non passa dalla cima del Monte Capanne, ma poco più in basso. Per salire al Capanne si deve percorrere andata e ritorno il sentiero 101 – calcolando il tempo in più – o percorrere la ferrata del sentiero 100, purché muniti dell’attrezzatura necessaria (moschettoni con dissipatore, imbragatura, casco).
In alcune zone dell’isola i cellulari non hanno segnale.
L’unico punto acqua lungo il percorso è Fonte Schiumoli (coordinate 42.78486, 10.32047), lungo la seconda tappa. Attenzione: alcune mappe potrebbero riportarne una posizione sbagliata, mentre altre segnalano sui sentieri sorgenti adesso incanalate o esaurite. Anche Fonte Schiumoli in alcuni periodi potrebbe avere scarso flusso. Partite con la dovuta scorta!
Non ci sono rifugi o bivacchi. Il campeggio o bivacco “libero” è vietato in tutta l’isola dalle norme del Parco e dei Comuni. Non è di per sé vietato dormire all’aperto, senza montare tende. Nel Parco è vietato accendere fuochi.
Lungo la GTE non ci sono strutture ricettive, per le quali è necessario scendere verso i centri abitati.
Le tappe classiche dove pernottare sono, oltre alla partenza e all’arrivo (Cavo e Patresi o Pomonte), Porto Azzurro, Procchio, Poggio; alternative possibili sono, ad esempio, Santo Stefano / Magazzini; Marina di Campo o Lacona; San Piero, Sant’Ilario, Marciana, Marciana Marina.
Consulta l’elenco delle strutture amiche del CAI
(Trovare da dormire non è difficile a Porto Azzurro e Procchio, anche con una rapida ricerca su internet; può essere più complicato in zona Poggio, al limite si può scendere a Marciana Marina a piedi o con l’autobus)
La maggior parte delle strutture, dei ristoranti e dei negozi dell’Elba è aperta almeno da Pasqua all’autunno: è sempre bene comunque telefonare per conferma, ed è indpispensabile prenotare in anticipo i pernottamenti.
A Cavo arrivano alcuni traghetti da Piombino e il mezzo veloce (aliscafo) proveniente da Piombino o da Portoferraio.
Gli autobus di linea, più frequenti d’estate, hanno fermate in tutti i paesi – compresi Cavo, Patresi e Pomonte – e anche in due punti lungo la GTE, all’incrocio con le strade provinciali: le linee 117 e 118 in località Campo ai Peri / Casa Marchetti, lungo la SP 26 fra Portoferraio e Porto Azzurro (42.77914, 10.34712); la linea 116 in località Colle di Procchio, lungo la SP 25 fra Procchio e Marina di Campo (42.77846, 10.24647). Il capolinea è a Portoferraio in Calata Italia / viale Elba, nei pressi del porto dei traghetti.
Orario autobus Autolinee Toscane
Consulta l’orario degli autobus
(Servizi ExtraUrbani LI -> linee 116 – 117 – 118)
Mappa dei punti d’acqua
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IL PERCORSO IN DETTAGLIO
La Grande Traversata Elbana o GTE rappresenta l’itinerario più significativo della rete escursionistica dell’Isola d’Elba. Si tratta di una dorsale che collega la maggior parte dei sentieri elbani, permettendo di osservare l’incredibile varietà geologica, vegetazionale e morfologica dell’isola. Il tracciato può essere facilmente percorso a tappe, in quanto si collega per tutta la sua estensione con rapide vie di raccordo con i centri abitati, nei quali si può pernottare o usufruire di mezzi pubblici per ritornare al luogo di soggiorno.
La GTE parte dal centro abitato di Cavo e, seguendo il crinale, si dirige ad ovest, a monte del paese di Porto Azzurro; prosegue nell’entroterra fino ad inerpicarsi sul Monte Perone. Successivamente, giunge nei pressi del Monte Capanne, ove si biforca in due rami. Di questi: uno si dirige a sud e raggiunge il paese di Pomonte seguendo il crinale che divide la valle omonima da Vallebuia, l’altro invece abbraccia il Monte Capanne tagliando in costa il versante settentrionale e termina sulla strada provinciale, in Loc. Patresi – Mortaio.
Il primo tratto in comune della GTE, cioè dal Cavo alla biforcazione, nei pressi del Passo delle Filicaie, ha una lunghezza di circa 42 km e un tempo di percorrenza di circa 15 ore. In alcuni tratti i dislivelli sono impegnativi, perciò, per non rendere le giornate di cammino eccessivamente lunghe e faticose, la cosa migliore sarebbe dividere l’escursione in quattro parti, con deviazioni verso Porto Azzurro, Procchio e Poggio, dove trascorrere la notte (lungo l’itinerario è vietato il campeggio).
Nei pressi della partenza, dal centro abitato di Cavo (Frazione del comune di Rio) si incontra subito una deviazione per visitare il Mausoleo Tonietti. La via sale poi fino a Monte Grosso (344 mslm), ove era posizionata una postazione di osservazione militare, dalla quale si gode di un panorama strepitoso. Successivamente si scende fino a lambire la strada provinciale n. 33 della Parata, fiancheggiando il fosso del Vignolo in un piacevole saliscendi ombreggiato, si attraversa la Valle delle Fiche e si giunge poi in località Aia di Cacio dove il sentiero incrocia la strada che conduce a Nisporto e Nisportino. In pochi minuti si può anche raggiungere, seguendo il sentiero 203, l’Orto dei Semplici presso l’eremo di Santa Caterina. Attraversata la strada si riprende il sentiero: un ripido tratto pietroso conduce, in sequenza, a La Croce (396 m), proprio sopra l’abitato di Rio nell’Elba, e infine al Monte Capannello (407 m), un altro bel punto di osservazione dal quale si possono ammirare contemporaneamente i due versanti (orientale e occidentale) dell’isola. Pochi metri più in basso il tracciato si infila in una pineta e quasi subito incrocia la strada provinciale n. 32 del Volterraio, il cui castello domina maestoso il golfo di Portoferraio. Questo secondo tratto, dalla località Aia di Cacio alla località Le Panche, necessita di 1 ora e 20 minuti di cammino. La via sale poi fino a raggiungere Cima del Monte (502 mslm) e, proseguendo in discesa ancora verso sud, dopo poco si incrociano rispettivamente i bivi con i sentieri n. 220 e con il sentiero n. 205 (per escursionisti esperti) che conduce al Santuario della Madonna di Monserrato. Proseguendo sulla GTE, dopo circa 2 ore e 30 minuti di cammino dall’Aia di Cacio si arriva al bivio con il sentiero n. 210 che, scivolando tra le vigne, in circa 30 minuti consente di raggiungere Porto Azzurro.
La seconda tappa della GTE risulta più ampia e scorrevole. Salendo a Monte Orello (376 mslm) e abbandonato la Grande Traversata Elbana per pochi centinaia di metri, si può programmare una breve sosta con vista panoramica sul Golfo Stella e su Capoliveri. Risulta però necessario tornare sui propri passi, per poi imboccare una vecchia strada militare che, oltrepassato il passo di Colle Reciso e il Poggio del Molino a Vento (qui si può fare una deviazione a sinistra per visitare i resti di un antico mulino), prosegue alla medesima quota fino ad imboccare la discesa che con una serie di curve incrocia la strada provinciale n. 25, a poche centinaia di metri da Procchio. I tempi medi di percorrenza di questa seconda tappa sono i seguenti: bivio sentiero n. 210 – incrocio strada provinciale n. 26, 1 ora di cammino; incrocio strada provinciale n. 26 – Picchiaie, 30 minuti di cammino; Picchiaie – Colle Reciso, 30 minuti di cammino; Colle Reciso – Poggio del Molino a Vento, 45 minuti di cammino; Poggio del Molino a Vento – quadrivio con sentieri n. 248 e n. 214, 45 minuti di cammino; quadrivio con sentieri n. 248 e n. 214 – incrocio con strada provinciale n. 25, 2 ore e 20 minuti di cammino.
La terza tappa della GTE conduce da Procchio a Poggio. Abbandonata la strada asfaltata, il sentiero si inerpica sul Monte Castello (226 mslm) dove sarebbe interessante fare una breve esplorazione nei dintorni per scoprire, nascosti dalla macchia mediterranea, le rovine di una grande fortezza etrusca, costruita qui per controllare dall’alto il Golfo di Marina di Campo, nonché un avamposto militare usato nella seconda guerra mondiale come punto di osservazione. La via prosegue successivamente come un tunnel in mezzo alla vegetazione, fino ad incrociare il bivio con il sentiero n. 180 e il bivio con il sentiero 121 per Sant’Ilario. Inizia adesso la ripida ascesa che ci conduce in 50 minuti al Monte Perone. Da qui la GTE percorre (fino alla biforcazione) un’importante area di riproduzione delle farfalle, rinominata “Santuario delle farfalle“ (in memoria di Ornella Casnati) fino alla Località denominata “Malpasso” o “biforcazione GTE”, appena sotto la quota altimetrica del Passo delle Filicaie.
In questo punto il percorso svolta a sinistra in direzione sud-ovest (GTE sud) seguendo il crinale che divide l’ampia valle di Pomonte da quella di Vallebuia e la valle di Seccheto. Passando da 839 mslm a 0 mslm si incontreranno il Colle della Grottaccia (645 m), Le Mure (629 m), Monte Cenno (589 m) e Monte Orlano (549 m) per poi scendere rapidamente verso Pomonte. Il tracciato è altamente suggestivo: attraversa muretti a secco, caprili, radure e vigneti che un tempo tappezzavano tutta la valle. Sono necessarie circa 3 ore di cammino.
Se invece desiderate percorrere l’altro ramo (GTE nord), giunti alla “biforcazione GTE”, si svolta a destra e si prosegue in quota sotto il massiccio del Capanne fino al bivio con il sentiero 110. Qui si prosegue in salita a sinistra fino in località la Tavola a circa 900 mslm; da questo momento inizia una dolce discesa, che compie una curiosa evoluzione verso Nord fino alla Serraventosa, poi giù a destinazione in loc. Patresi Comune di Marciana. Per percorrere questo ramo sono necessarie circa 4 ore e 30 minuti.